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Goodyear-Dunlop coppia vincente

di Nicola Desiderio

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1 DICEMBRE 2008

L'obbligo di essere un passo avanti agli altri è il destino del gruppo Goodyear Dunlop, unico costruttore di pneumatici con due marchi premium: il primo significa sicurezza e innovazione, il secondo più orientato a prestazioni e piacere di guida. Entrambi sono il motore di un gruppo che conta anche sui brand Kelly Tires, Sava e Fulda, lo scorso anno ha fatturato 19,6 miliardi di dollari, ha prodotto 200 milioni di pneumatici in 60 stabilimenti nel mondo, occupa oltre 70mila dipendenti. E ha speso 400 milioni in R&S in cinque centri dislocati in Usa, Europa e Giappone per offrire prodotti innovativi, degni di chi ha inventato nel 1904 lo pneumatico montabile su cerchio, nel 1971 ha gommato il primo veicolo atterrato sulla luna, nel 1992 ha messo sul mercato il primo Run Flat (2,5 milioni di pezzi prodotti nel 2007) e nel 2009 introdurrà l'OptiGrip, la prima copertura che col tempo non perde sicurezza sul bagnato grazie a un battistrada che si modifica con il consumo, lasciando emergere una mescola più morbida.
Sono queste credenziali a fare in modo che una vettura su quattro nel mondo esca di fabbrica calzando Goodyear o Dunlop, con punte di oltre il 30% tra i costruttori europei come Audi, Bmw e Land Rover. Sono proprio i marchi di prestigio a chiedere di più a chi fa pneumatici, in particolare per ridurre le emissioni diminuendo il peso e la resistenza al rotolamento. E l'Unione europea chiede anche di diminuire il rumore di rotolamento e migliorare la resistenza all'aquaplaning. L'obiettivo di Goodyear è uno pneumatico che racchiuda tutte queste caratteristiche o, più realisticamente, una famiglia di prodotti che le compendi tutte, ma in proporzioni diverse. Per questo ha ottenuto da Bruxelles una sovvenzione di tre milioni di euro nell'ambito del programma Life per lo sviluppo di un nuovo pneumatico più scorrevole fino al 30% ed ecologico anche nei materiali e nei processi di fabbricazione.
Il merito è di un polimero derivato dal granturco (vi sta lavorando l'italiana Novamont) capace di sostituire il nerofumo e la silice derivati dal petrolio. Se solo si riuscisse a rimpiazzarne il 20% in peso, si libererebbero nell'atmosfera 8,2 g/km di CO2 in meno. Prima del futuro c'è però il presente, con la crisi dell'auto che condiziona il settore pneumatici. Ma l'azienda di Akron sembra in grado di farvi fronte: il fatturato nel terzo trimestre è aumentato del 2% nonostante un calo (5%) della produzione. Per meglio andare incontro al mercato 2009, l'OptiGrip costerà solo il 6% in più rispetto allo pneumatico che sostituisce, e non sarà l'unica novità di prodotto.

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